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ed anzi che cedere alla tentazione di ferir Gabriele, fece un rapido movimento in avanti, di guisa che il colpo che andava a ferirlo giusto nel mezzo del fianco sinistro non gli traversò che la carne del dorso, scivolando sulle costole.

— Ci sei? disse Gabriele, senza pertanto uscire di guardia.

— Una scalfittura di spilla! rispose l’altro, senza parimenti turbarsi, sapendo che la minima agitazione poteva cagionargli la morte.

Si dice nondimanco, e lo si ripete ad oltranza, che i lazzaroni sono codardi. Giorgio Sand lo ripeteva ancora non è lungo tempo.

Si rimisero in guardia come avanti. A questo secondo assalto Gabriele ebbe il braccio sinistro forato da parte a parte; Filippo, l’alto della spalla sinistra traversato ed il deltoide quasi portato via.

I testimoni volevano far cessare il duello; i combattenti si opposero.

— Non prima della morte! gridò Gabriele.

— Prendi dunque! rispose Filippo.

E ciò dicendo, si precipitò su di lui a corpo perduto, offrendogli il petto, ma mirando nel tempo stesso a conficcargli il coltello nel vacuo delle clavicole.

Gabriele scivolò quasi sotto il braccio levato di Filippo, poi si raddrizzò alle di lui spalle, basso il coltello e gli fendè il braccio dritto dalla spalla alla mano, sì che il coltello cadde dal pugno di Filippo.

Alla mercè di Gabriele, disarmato, pallido come la morte, egli si volse e disse: