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la quale non aveva che quello per vivere!» Se il viaggiatore aveva l’aria un po’ determinata, gli si faceva la grazia di lasciargli scegliere il suo albergo. Diversamente, il povero provinciale doveva stimarsi felice di correre a tutte gambe dietro ad una mezza dozzina di lazzaroni che, essendosi impadroniti dei suoi bagagli, lo avrebbero condotta in America. Lo conducevano ove volevano — e sempre male.

Arrivati a destino, i lazzaroni, sempre rispettosi fin là, prendevano una cert’aria di dignità. Se erano sei, uno solo entrava nella camera, gli altri restavano alla porta. Il viaggiatore faceva un calcolo più meno giusto e pagava. Ei credeva pagar tutto. Il lazzarone guardava la moneta ricevuta, la voltava e rivoltava nella palma della mano, squadrava la sua pratica dalla testa ai piedi, alzava infine le spalle con disprezzo ed usciva. Il viaggiatore respirava.

Ma ecco che il secondo si presenta.

— Eccellenza.....

— Cosa è?

— Ebbene!, ma io vi ho portato il vostro sacco da notte, io.

— Eh! ma io ho pagato il tuo camerata per tutti. Domandagli la tua parte.

— Che cosa mi riguarda ciò, a me? Conosco io forse il mio camerata, io? Vi aveva io detto di dargli la mia parte, io?

Il viaggiatore pestava, e poi pagava ancora e respirava di nuovo.