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Vi sono degli uomini, le cui funzioni sociali sono limitate a produrre la ventesimasesta parte di una spilla, od a girare una ruota per tutta la loro vita, e finiscono per diventar bruti. Perchè quest’altro bruto, il lazzarone, che era aggiogato per tutta la sua vita ad un fardello ch’egli doveva portare sulla testa o sulle spalle, perchè diveniva esso filosofo? Imperciocchè, se il lazzarone non sapeva leggere, e’ pensava; quando lo si credeva addormentato, meditava; quando lo si credeva indifferente, sentiva. Del resto è presso a poco la legge generale di tutti gli schiavi e di tutti i servi; essi non fanno che recitare la parte dello stolido. Ecco perchè il lazzarone ragionava poco, parlava per imagini, almanaccava molto. La folle du logis era sempre all’erta in quel cervello ben costruito e mal intonacato.

Il lazzarone non esiste più. Domani sarà elettore.

Ma ritorniamo a Gabriele.

I viaggiatori che arrivavano di provincia, mettendo il piede nella capitale, erano innanzi tratto sicuri di avere a sostenere una lotta col lazzarone. Quando la carrozza passava la barriera della gabella, una mezza dozzina di lazzaroni vi si aggrappava attorno come bruchi, sostenendosi ad ogni punto di appoggio che la vettura offrisse loro. Circondata da questa guardia del corpo, la carrozzaccia entrava trionfalmente in città. Il cocchiere andava dritto alla sua locanda e depositava le sue vittime sul lastrico. Ma queste povere vittime, appena sottrattesi all’imperio del cocchiere,