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La sede della controrivoluzione era a Palazzo. Il quartier generale della rivoluzione era alla villa Belvedere, al Vomero, presso di lady Keith.

Lady Elisbeth Keih era irlandese, e perciò più cattolica che il papa e i monarchi di Spagna. Ella era vedova. Suo marito, scozzese, ufficiale superiore nell’esercito della Compagnia, era morto alle Indie. Dopo questo avvenimento, lady Elisabeth aveva stabilito il suo domicilio a Napoli, il cui clima le sorrideva. Ella aveva adesso sessant’anni. Nella sua giovinezza era stata una meraviglia di beltà, in quella stessa Inghilterra ove la bellezza della donna è una meraviglia. Lord Palmerston, si diceva, aveva fatto delle follìe per lei; — ciò che non stupirebbe punto, perchè quel lord, bellissimo egli stesso, ebbe una giovinezza altrettanto tempestosa che quella di lord Castelreagh. Il fatto è che lord Palmerston covrì della sua protezione lady Keith con la più grande energia, in una circostanza che fece strepito nella stampa e nei gabinetti europei.

Re Ferdinando, curiosissimo dei fatti e del pensiero dei suoi sudditi, volle un giorno annasare ciò che si faceva in casa lady Keith. Un ispettore di polizia, trasvestito, guizzò nella casa sotto pretesto di carità. Fu riconosciuto. Lady Keith lo fece randellare formidabilmente dai suoi lacchè e gettare per disopra le mura del giardino alte due metri. Il re ordinò l’espulsione della dama. Sir William Temple, fratello di lord Palmerston, ministro d’Inghilterra a Napoli, chiamò la flotta inglese da Malta e la fece sfilare sotto il palazzo