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creata per concorrere con l’uomo alla festa della vita.
— Ah sì! sclamò Don Diego, la bella festa che è la vita! Ma continua.
— Dopo essersi informato del mio nome, e della mia età, del mio paese, della nostra condizione, del nostro stato di fortuna, delle nostre risorse e di altri dettagli, sui quali ho risposto con prudenza, il padre Piombini mi ha domandato:
«Hai tu un amoroso, figlia mia?
«Oh no, per fermo, ho sclamato io vivamente, sentendomi oltraggiata.
«Non vi offendete, figlia mia, ha ripreso il gesuita. L’amante è il principio del marito. E se talvolta egli non può essere il marito, gli e sempre il profumo che Dio dà a quei fiori divini che si chiamano giovinezza e beltà. Ora, figlia mia, negligere o disprezzare i doni di Dio, l’è un peccato. Non avete voi dunque di quegli avvertimenti misteriosi che si addimandano i sogni?
«Sì, ho dei sogni.
«Quali specie di sogni allora?
«Ma veramente non saprei troppo. I sogni? sono così fantastici.
«Qualche volta. Ma il più sovente essi sono lo specchio dell’anima e di Dio: Dio ci avverte; l’anima si rivela. Non bisogna dunque trascurarli. Vediamo. All’età vostra, non si hanno che due aspirazioni: l’amore ed il piacere. Nel sonno, l’immagine carezzata di un giovinetto che le disse una parola soave, che l’ammaliò di un languido sguardo, riviene alla fanciulla e l’agita. Ella prova