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dei birri e dei preti che, apostoli dell’ordine, della proprietà e della famiglia, calunniano la libertà! I deputati furono scelti. Poscia invece di segnare i nomi dei pari, su tutte le polizie fu scritto: non ne vogliamo. E così l’anatema del popolo sovrano colpiva una istituzione, che, complicando la macchina del governo, cercava a galvanizzare in vantaggio della monarchia un corpo d’invalidi, il quale non aveva neppure uno spirito a sé. Non pertanto il re ostinossi a mettere in vita questo aborto già sepolto, e senza formarne neppure una casta, proclamò l’indipendenza dell’eredità, sola condizione vitale che potrebbe avere in Napoli la parìa, dove altra non ne ha, né può averne. - Non un torbido, non una parola amara agitò i comizii. Tranquilli, lieti, dignitosi ritornarono tutti ai loro focolari, e sperarono. La vita aveva acquistato nella nazione qualche cosa di elevato: il carattere aveva assunto qualche cosa di solenne. Il reato era sparito. La guardia nazionale si era organizzata: e non ostante che il governo avesse rifiutate le armi, asserendo mancarne, mentre gli arsenali ne erano ingombri; pure, provvedutasene alla meglio, con alacrità se ne esercitavano le funzioni. In una parola, un avvenire grandioso sembrava sorridere a quel popolo, quando un uragano impreveduto levossi nell’atmosfera; ma quell’uragano levavasi nell’atmosfera per renderla poscia più limpida. Vi era d’uopo di quel gran colpo per dissipare le ultime illusioni, convertire gli spiriti più temperati. La sventura sviluppa la dignità e l’energia delle nazioni come degli individui. Noi arriviamo al terribile dramma del 15 maggio.


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27. Per trovare la parola dell’enigma di questo colpo di Stato, bisogna esaminare profondamente la situazione