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anzi. - Così messe le cose, restituita all’interno la confidenza, la lealtà, la libertà; all’esterno la dignità nazionale partecipando alla salute ed alla redenzione d’Italia, il popolo sperò, e senza mormorare accettò pure la sovrimposta di un dodicesimo, che, destinata alla spedizione di Lombardia, fu quasi generalmente pagata con anticipazione. Inoltre il corpo della gendarmeria, viziato dalle corruzioni e dalle blandizie del suo capo Delcarretto, si era reso esoso al popolo, il quale per la prima parola pronunziata dopo la rivoluzione ne aveva fulminato l’interdetto. Esso stesso domandava dissoluzione e riforma, e, per riabilitarsi, insisteva di andare in Lombardia a ricevere un battesimo di sangue croato. I liberali, o perché non fidassero in gente da lungo servaggio demoralizzata, o perché meritamente avessero troppo alta idea del sacerdozio del soldato, che combatte per la libertà e per l’indipendenza della sua patria, non vollero affidata a birri la santa bandiera tricolore. E così per una delicatezza intempestiva erano allontanati dal campo di battaglia ottomila uomini i quali, non ripugniamo ad asserirlo, sarebbero stati ottomila eroi. In effetti in nessun corpo lo spirito di libertà fecondò meglio che in quello, e lo dimostrò nel tristo giorno del 15 maggio. Il lungo esercizio di despotismo gli aveva forse fatta odiare la tirannide. Il ministero però cedette alle dimostrazioni dei liberali, e cominciò dall’allontanarlo dalla capitale, per quindi ricompaginarlo sotto altro nome, con altri elementi, sopra altri principii.

Il re vedendo che l’opera rivoluzionaria del ministero progrediva indefessa, se ne allarmò, e mise tutto in pratica, per infermarne e paralizzarne il corso.