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per l’entusiasmo che tutta la comprende agli atti soavi e generosi che sente raccontare e di cui tanto si mostra avida, per la facilità al perdono delle offese ed al disprezzo di ogni viltà, per la consolazione che spande su tutti i dolori e la fiducia nell’avvenire che divide con la giovane generazione. Essa comprende che non è nata solamente per fare dei figli, come brutalmente disse Napoleone: il cristianesimo l’ha riabilitata, l’ha innalzata sopra il trono dei cieli e l’ha messa al livello di Dio. Inchinatevi e cedetele il passo. Essa sola colaggiù ha saputo respingere con energia tutte le calunnie contro gli uomini della rivoluzione: essa sola non ha piegato ad alcuna suggestione per arrestare l’opera o avvelenarla col ridicolo: essa sola ha avuto il coraggio di rigettare ad alta voce, di rigettar sempre sul viso dell’oppressore la protesta dell’imprescrittibilità dei diritti dei popoli: essa sola ha difesi i vinti e li ha sottratti come ha potuto all’ira del despotismo: essa sola come l’albero della foresta si è tenuta all’erta, quando le foglie della rivoluzione, inverdite un istante, sono ad una ad una cadute: essa sola ha fede nella vittoria del domani dopo la sconfitta della vigilia: essa sola medica i feriti e conforta gli scoraggiati. Questa parte eletta della nazione non ha che una bandiera, quella dell’indipendenza. La parola Italia, una parola magica, una parola per lei sino ad ieri incognita e per lungo tempo scomunicata come una bestemmia; la parola Italia è risuonata nel suo cuore, ed una rivoluzione profonda si è compiuta nei suoi affetti. Puerilità di forme, puerilità di principii, puerilità di abitudini, puerilità di convenienze; tutto è svaporato come la nebbia trasparente dell’alba, e non è restata che