Pagina:Petruccelli - La rivoluzione di Napoli nel 1848, Genova, Moretti, 1850.djvu/209

allontanate quei sacerdoti che, ispirandosi nelle fogne di Portici, nel nome di Cristo vi consigliano atti atroci e spergiuri. Aprite le prigioni nelle quali agonizzano quarantasettemila sventurati, colpevoli solo di avervi creduto onesto uomo, e di avervi acclamato il giorno 29 gennaio. Togliete l’interdetto alla stampa: risuscitate le guardie nazionali: rinviate a casa loro quei pretoriani che furono gli eroi del 15 maggio e di Velletri: imponete silenzio ad una corte e ad una polizia svergognate, le quali vi parlano senza posa di cospirazioni, perché i cospiratori sono fuori la portata delle vostre forze: i cospiratori sono la religione di Cristo non adulterata dai papi, i tempi maturi, la civiltà, l’Europa tutta, e tutta la nazione che non si ispira alla morale del budget. Fate scomparire persino le tracce dell’iniquo processo che il servidorame di corte ordisce contro il paese intero e che vi colloca in faccia all’Europa come un ridicolo Serse, come un pazzo che vuole spopolare dei suoi abitanti il mezzodì dell’Italia per impiantarvi i croati. In una parola, considerate che l’avvenire non è dei re; e se volete conservare per qualche giorno ancora nella vostra prosapia una corona fatale, e far che un giorno non vi cada dal capo, fino a che non la riprenderemo, rimettetela sulla testa di vostro figlio, ed andate a piangere in un chiostro le vostre peccata, in un chiostro in cui la traccia del vostro nome e di voi possa essere seppellita per sempre. Io finisco perché so d’inutilmente favellare, perché so che Iddio, per farvi espiare il sangue di cui avete allagata la sacra terra d’Italia, vi ha chiuso il cuore come in un’arca di piombo ad ogni ispirazione umana e gentile. Continuate