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obbligò il papato a riconoscerla e consacrarla. Il carattere militare ed elettivo dei Cesari, la divisione dei poteri fu ristabilita. Il pontificato, vedendo che la istituzione rinnovellata incontrava favore, sopra tutto fra quei principi italiani, i quali avevano la sua ambizione attraversata, si allegò ereditiero dell’impero romano, e ne rivendicò su i discendenti di Carlomagno il possesso. La lotta impegnossi ed esso fece causa comune con l’alta aristocrazia per mantenere il sistema feudale, ed aver vassalli popolo e re. Quindi prese origine lo smembramento d’Italia e di Lamagna, le quali, benchè avessero per due volte ricostituita l’unità occidentale, non han potuto mai più ricostituire la loro nazionalità. I tentativi del pontificato tornati vani novellamente, rivenne al suo istinto straniero ed alle sue aspirazioni orientali. Con le crociate cercò darsi in oriente una forza ed un punto di appoggio per assimilarsi l’occidente, e riattaccare al Vaticano la società attaccata un giorno al Campidoglio. Le crociate fallirono anch’esse. Sconcertato allora nella doppia ristorazione tentata, il pontificato cominciò a travagliare l’Italia per darle un impulso contro natura, l’impulso di ostilità all’occidente; cominciò quella lotta interna, incessante e pertinace, che ha determinato il suo carattere di straniero, di immobile e di avido. L’Italia sostenne l’aggressione, e perciò alla sua culla ed alla sua tomba ha trovato sempre il papato pronto a darle il colpo mortale, chiamar lo straniero ed aiutarlo. Il pontificato infatti chiamò Carlomagno; il pontificato chiamò Carlo V. Questo veleno dissolvente allogato sul suo cuore, ha colpito l’Italia di paralisi. Il papato non essendo assai potente, dice Machiavelli, per occuparla,