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candidi ed inermi, come li appellò di poi il ministero, avevano la peggio, birri e soldati se ne mischiarono, e presero a giuocar d’armi furibondamente, ferendo imprigionando, uccidendo. Con questa mascherata il governo intendeva tirar nella trappola cittadini più distinti e segnalati. Costoro, disprezzando, lasciaron passare la manifestazione: e mentre nessuno cedette alla minaccia e gridò viva il re! nessuno pure corse alla riscossa. La camera si sciolse anch’essa dignitosamente e senza dir verbo. Il governo con quella furfanteria aveva mirato a due obbietti: cacciar le mani addosso a taluni che gli turbavano il sonno: giustificarsi innanzi all’Europa della violazione permanente della costituzione, facendone domandare perfino l’abolizione. La povertà del trovato non ingannò alcuno. I liberali dettero dei soldi a quei disgraziati e li consigliarono di andarsene a casa, e medicar le percosse ricevute da compagni loro più bravi e onesti: la stampa europea giudicò quell’effervescenza di amore pel re schifosa cospirazione della polizia, sapendo, come dice Mirabeau, qu’il est trop facile d’engager le peuple à vendre la constitution pour un morceau de pain. In effetti, malgrado il parossismo di tenerezza della plebe, re Ferdinando, tre giorni dopo, non ardì mettere il capo fuori l’uscio della reggia, e dopo cento sette anni, per la prima volta la festa di Piedigrotta non fu celebrata dal re. Malgrado l’affetto e la divozione del suo felicissimo e fedelissimo popolo, re Ferdinando, dal 16 maggio 1848, non ha calpestato più il suolo della città. È paura, è rimorso, è disdegno? chi lo sa! certo il delitto non porta ventura.

42. Oltre le anzidette il governo aveva ancora al-