Pagina:Petruccelli - La rivoluzione di Napoli nel 1848, Genova, Moretti, 1850.djvu/164


— 158 —

di Toledo. Erano quasi tutti ubbriachi, e tutti scalzi, laceri, sciamannati, provveduti chi di coltelli, chi di bastoni e chi di pietre, armi terribili nelle loro mani. La bandiera era stata benedetta dal santone famoso nominato più avanti, D. Placido Baker, che nella notte precedente era stato visitato dalla Madonna e da suo figlio, i quali dopo avergli domandato consiglio sulla dose più o meno grande di favori a spargere sul capo del santo re e dei fedeli suoi sudditi, gli avevano imposto far sapere, ed in loro nome ordinare a costoro, di ciecamente obbedire ai comandi della polizia, dallo spirito santo direttamente ispirata. Quindi somministrò loro delle armi e delle limosine che venivano dalle mani del prefetto.

La miseria morale del basso popolo napolitano non ha misura. Dotato dalla natura d’ingegno svelto e fecondo, il suo abbattimento è tanto più pericoloso e profondo. Corruptio boni pessima! Nella prima gioventù si addestra al furto, fatto più adulto accoltella, e recita il rosario nelle cappelle notturne. Neppure un solo ha una conoscenza qualunque delle idee morali e religiose oltre quelle che insegnano loro dei preti fanatici, ignoranti e corrotti, luogotenenti del commissario di polizia. Tutta la religione di quella gente si compendia in far l’elemosina alle anime del purgatorio ed all’indispensabile san Pasquale, ed in recitare un pater che non è nè italiano nè latino. Tutta la loro società si restringe nel circolo dello sbirro, del prete e del re. Il rimanente è tenebre o sacrilegio. Perciò sono disgustevoli, grossolani, terribili: e se non rubano ed assassinano ogni giorno, gli è perchè temono della polizia e dell’inferno. Perciò hanno un aspetto selvaggio, e