Pagina:Petruccelli - La rivoluzione di Napoli nel 1848, Genova, Moretti, 1850.djvu/158

ministero avrebbe desiderato che si fosse sanzionata una legge sulla guardia nazionale, con la quale questo corpo era elevato a coadiutore del birro e del gendarme; era spoglio di ogni carattere politico e cittadino. Un magnifico discorso dell’Imbriani fulminò la legge: Mancini ne rivelò l’immoralità ed il senso occulto che la dettava. Il ministero avrebbe bramato in certo modo transigere: Avossa lo stigmatizzò del ferro rovente della sua eloquenza, e lo rigettò tra le lordure le più perigliose della nazione. In effetti il proiettile più micidiale che il cannone del 15 maggio aveva scagliato sul popolo era stato quel ministero di rinnegati e di ladri. Ladri sì, ladri vigliacchi e svergognati. Quel Bozzelli che il 28 gennaio viveva delle elemosine dei piccoli processi che gli delegava Marino Serra, a cui fu di poi tanto ingrato, quel Bozzelli, nell’agosto 1849, quando usciva dal ministero, per l’appaltatore Santocarlucci faceva costruirsi a Coroglio una casa di campagna ed acquistava una tenuta, per la quale spendeva meglio di quarantasettemila ducati. E quel Ruggiero, che prima di esser ministro viveva modestamente delle piccole furfanterie avvocatesche, di cui trafficava senza mistero, confessandosi spesso al gesuita padre Sorrentino, che amministrando la finanza aveva fatto man bassa su tutto, e che sulla formazione del nuovo debito di 14 milioni aveva mercanteggiato la vendita della rendita coll’ebreo Rotschild e ne aveva ricavate grosse somme; nel mattino stesso che era cacciato dal ministero, nella dogana pervenivagli da Londra un elegante carrozzino, per cui aveva pagati ducati duemila cinquantaquattro. E quegli uomini domandavano transigersi con i rappresentanti del popolo! domandavangli