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cora ha descritte, che sfidano l’immaginazione di Crebillon figlio e del marchese de Sade, che avrebbero fatto ribrezzo ai soldati del Contestabile di Borbone ed agli stessi croati, poeti sovrani in fatto di saturnali di vittorie. Ubbriachi, sazii di cibi e di voluttà, impotenti a rubare di vantaggio, distruggevano quanto loro si parava d’incontro, cose e persone; ed andavano oltre per cominciare in un’altra casa le scene medesime, inventarne delle più truci. Io rifuggo dal raccontare. La delicatezza, i rispetti dovuti ai misteri orribili di alcune sventurate famiglie m’impongono di non specificare i fatti, d’individuarli, di nominare le figlie stuprate sotto gli occhi delle madri, le spose violate al cospetto dei mariti agonizzanti, le somme rubate, le mutilazioni, gli sfregi. La religione del dolore mi arresta. Basti dire che gli svizzeri furono i più crudeli, e gli uffiziali più infami dei soldati in tutti i tre corpi. Così l’una dopo l’altra si presero, senza difficoltà alcuna, le altre barricate; così trattaronsi tutte le case che si offersero sul passo agli eroi di Velletri. E dove essi non bastavano, erano lì gli uomini della plebe più bruta che giungevano come un nugolo di bruchi per raccogliere le briciole loro cadute e tutto distruggere. - Al fuoco! al sacco! viva il re! a morte i liberali! abbasso la costituzione! tali erano i gridi a cui si esilaravano, tali erano gli scopi delle opere loro. Gli uomini rubavano e gittavano dai balconi gli oggetti: le donne raccoglievano e correvano a nasconderli nelle loro casipole, o li vendevano a dei furfanti rigattieri, che per nulla comperavano suppellettili di ricco valore.

31. I rappresentanti, al rumore continuato della moschetteria e del cannone, non si riscossero, e determi-