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meno finito. Il signor di Cavour possiede la conoscenza generale degli affari; egli ha delle idee larghe, molto liberali, niente complicate; ma egli manca dell’abilità pratica della messa in scena. Inoltre, egli ha sovente la mano infelice nella scelta degli uomini. Testimone, la serie di agenti ch’egli ha spediti nell’Italia meridionale — il signor Nigra compreso ed il Principe di Carignano. Il conte di Cavour si sente al disopra del dettaglio, il quale è nondimeno importante nell’amministrazione, ed è questo il lato vulnerabile della sua politica; perchè, negli affari stranieri, alcuno non contesta la sua superiorità.

Evvi ancora un altro punto che urta talvolta nella condotta del conte di Cavour — ed è la sua personalità. Cavour si conosce, egli conosce la gente che lo attornia; la stima poco, forse punto, ed ha il torto di farglielo sentire. E’ non tollera eguali, non essendo abituato ad incontrarne molti. Quantunque egli tocca, deve piegare, deve rassegnarsi a vedersi manipolato, pètri, da questa mano potente. Il Re stesso ne subisce il magnetismo, ne freme, ne è geloso e tenta invano di ribellarsi. Ora chi non consente a lasciarsi assorbire dal conte di Cavour, si classifica, senza transazione, tra i suoi nemici, o per meglio dire tra i suoi avversarj — perocchè il conte di Cavour sa portare il broncio, conservar per un tempo il rancore; odiare no.

Arrogasi a ciò le sue maniere brusche, brevi, poco curevoli dell’altrui suscettività, il sorriso sarcastico cristalizzato sulla sua faccia; l’abitudine di dare