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Non si dirà per certo giammai che il nostro è un Parlamento democratico!
Vi è di tutto — il popolo eccetto. Non vi sono neppure artisti, se ne togli Verdi — e Verdi stesso darebbe bene il suo Trovatore per fare il più povero e piccolo discorso, che farebbe lo stesso Baldacchini. Il più vecchio tra i deputati è il signor Zanolini, un avvocato distintissimo, che è stato presidente di età e che riempì questa funzione con moltissima capacità. Io credo nondimeno che il conte Sanseverino, il signor Abatemarco, Avezzana, Gustavo di Cavour, Vegezzi.... siano così vecchi per lo meno che il signor Zanolini. Il più giovine è un siciliano, un tal Bruno, il quale siede.... alla destra! D’ordinario, io ho veduto in Francia, in Inghilterra, in America, i giovani — i quali sentono piuttosto che non calcolano — sedere alla sinistra. In Italia servirebbero di tabouret ai piedi di un ministro! Giovani come il Bruno, ma più modesti e più degni, seggono altresì alla destra od al centro, i signori di Sierra, Campagna, Barraceo, Serra, Mureddu... Noi abbiamo inoltre sei balbuzienti, cinque sordi, tre zoppi, un gobbo, degli uomini ad occhiali, un gran numero di calvi — quasi tutti. Non un sol muto! ciò che è una sventura. Imperocchè parlando tutti, ciascuno dimanda l’ora sua per farsi udire — non fosse che per farsi leggere dai suoi elettori.
Noi abbiamo, come in tutti i Parlamenti, la distinzione di destra, di centro, di sinistra. Ma questa distinzione non è assoluta. Vi sono parecchi deputati che seggono alla sinistra e votano costan-