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nati dalle novelle assemblee d’Italia, senza il minimo inconveniente, anzi, forse, con una incontestabile utilità:

Poi ho rivelati coloro i quali, in ogni tempo, faranno parte della rappresentanza italiana, di cui sono l’onore, la gloria, l’ingegno.

La prima pubblicazione era indirizzata principalmente all’Europa, onde insegnarle che, nel primo Parlamento italiano eranvi degli uomini all’altezza di tutti gli altri Parlamenti. Con questa seconda pubblicazione, io voglio segnalare all’Italia la portata dei rappresentanti, affinchè essa possa, nelle elezioni posteriori, avere un criterio alla sua scelta. Per l’Europa, io scrissi da Italiano: per l’Italia, scrivo da patriota.

Impresi il mio lavoro per distrarmi dalle noje delle sedute, ove non si trattano che affari di campanile. Il mestiere di deputato, a farlo con coscienza, è un mestiere a rendere cheto l’uomo lo più svegliato, a capo di tre anni! Lo pubblicai, perchè mi sembrò utile alla causa italiana. Lo ripubblico, perchè parmi una buona azione, in questi tempi nebulosi ed incerti, di concorrere, secondo le mie forze ed i miei mezzi, a spandere un po’ di luce. Io non ho nè amore, nè odio per chicchessia. Avevo dei dubbi e delle prevenzioni; ma ho saputo dominarmi. Mi sono astenuto, quando non ero convinto. Dilexi justitiam!

Ora, che mi sia permesso di aggiungere qui l’avant-propos con cui M. A. Peyrat volle annunziare la pubblicazione delle mie lettere nella Presse, affine di attestargli la mia riconoscenza. Gli dovevo un ringraziamento pubblico: glielo fo.