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le provincie: esso è la sua fede, la sua coscienza. L’Italia sente che è una — e come tale pensa, ordina, obbedisce, agisce. L’antica geografia, che palpita forse ancora nei brani dei vecchi interessi, diviene un solecismo politico dal momento che si ode la voce che parla dalla tribuna italiana. Toscana, Sicilia, Napoli, Lombardia, non sono più che un nome, ed in questo battesimo — la rappresentanza italiana — tanti nomi che non ne fanno più ch’uno — l’Italia. L’irradiazione della forza nazionale qui si concentra, e parte di qui. Cuore e cervello, dal Parlamento sgorga la vita, la volontà, il pensiero e la coscienza, la forza, la fede; procede da tutti, ed è tutto. Esso è la legge.

Conchiudo. L’attuale Parlamento non sarà forse più quando questo libro verrà a luce, o gli sopravivrà di poco. Non importa. Il libro resta egualmente. Le roi est mort, vive le roi! Gli uomini che compongono l’attuale Assemblea, pochi tranne, ritorneranno ritemperati di vita nuova. Le elezioni saranno per essi una trasfusione di sangue. Oggi già ha avuto luogo nel suo seno uno spostamento significantissimo. La maggioranza del conte di Cavour, dislocata dal barone Ricasoli, è dissipata affatto dalla presenza del commendatore Ratazzi. I partiti han cangiato tempra, se non scopo; perocchè la loro composizione è adulterata, ed alterata. Nuovi interessi sorgono, e con essi nuovi elementi di attività e di azione. I colonnelli divengono generali, ed i generali passano ai veterani. In questo momento tutto fermenta come in una caldaja che bolle: tutto ruota ed ha la vertigine.