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e larga, sguardo torvo, dimenarsi inquieto, sorriso impertinente, aria beffarda. È smemorato, spesso a disegno: è distratto: è piaggiatore, ma con garbo e misura: è ambizioso, ma incapace di bassezze: non è fedele agli amici politici, perchè ha mente politica mobile e cuore politico scettico: vuole complici, non vuole esserlo che a ragione veduta ed a guadagno netto. Conforti ritornerà sulla scena del Ministero. Farà come gli altri. Poi ascenderà, discenderà con flemma ed a tempo. Ha il tatto di non aver pressa. Egli ha un piede nella consorteria: ma lo dissimula bene. Trincia da indipendente. Giustifica tutto con fina prontezza, ha comprensione viva, sottile, logica divagata e dilavata nel profluvio delle parole sonore. Ha attitudine più amministrativa che politica. Se i gesuiti fossero alla moda, Conforti sarebbe un affiliato. È di quegli uomini di cui non si può dire con sicurezza: è questo: sarà questo! Sarà, e bazza a chi tocca.

Se io volessi ora rimestare nella così detta consorteria napoletana, molte miserie e cose non liete dovrei ricordare. L’odio, il disprezzo di Napoli l’ha marchiata, dopo averla veduta alla prova. Io schivo di ripetere. Capo di questa associazione di mutua difesa d’incapacità e di mutua assicurazione di profitti è Pisanelli: soci ordinari, De-Blasis, Capone. Missari, Bonghi, Imbriani, Spaventa, Piria, Caracciolo, De Vincenzi, De Cesare, Leopardi, Ciccone.... ed altri, di cui, come di questi, non è delizioso il parlare. Essi son passati quasi tutti per gli affari a Napoli. Non fecero che impin-