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sembra galvanizzarlo. E forse vedremo il caso nuovo, strano, paradossale — Mellana ministeriale! La sarà bella.

Due soli nomi, e finisco con la sinistra — Sineo e Montanelli, arrivati non ha guari, e tali che non resteranno nell’ombra od indietro.

Sineo è uno dei veterani del Parlamento piemontese, noto al paese per la costanza nei suoi principii democratici e l’abbondanza nei suoi discorsi. Sedette e siede nell’opposizione. Mi sembra parteggiar per Ratazzi. Non avendo avuto il tempo per giudicarlo da me, mi taccio.

Montanelli è più noto, perocchè egli ha traversato tutte le evoluzioni della rivoluzione italiana; dal 1848 in poi, ed anche prima, si era fatto rimarcare nelle cospirazioni — allora in favor di Carlo Alberto.

Montanelli ha portato nella sua vita politica due peccati originali: era poeta e cattolico. Egli ha voluto dissimulare questi due germi di debolezza nell’armatura di acciajo di cui deve essere corazzato un uomo di Stato: ma la poesia e l’odore di sacrestia si sono in lui sempre traditi — come l’odore del muschio. Di quinci tutte le oscillazioni, le fiacchezze, i cangiamenti, i disinganni, le aspirazioni inopportune, l’inconsistenza che hanno segnalato la carriera politica di lui. Montanelli è stato tutto, a causa di ciò — egli ha adorato Carlo Alberto, Pio IX, Mazzini, Lamennais, Proudhon, il principe Napoleone, la repubblica, l’impero, la federazione, oggi l’unità. Egli giudicava col cuore; calcolava con la speranza. Ma nel tempo stesso è stata la poesia, la quale