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e di despota, che scatta come una bomba, che subisce tutte le vicissitudini della discussione come un barometro subisce l’azione dell’aria. Eminentemente nervoso, a senso di giustizia profondo, irritabile, disprezzando l’impopolarità, anzi vezzeggiandola come la sua parte di eredità parlamentare, pieno di un coraggio civile, che pochi, rarissimi, spiegarono con più a proposito, con più fierezza imparziale, se non secondo la cosa, secondo la sua coscienza; a giudizio acuto, sintetico e sovente paradossale, il signor Gallenga prende assai sovente parte alle lucubrazioni parlamentari, e negli uffici e nella Camera, là per portarci i lumi della sperienza del suo lunghissimo soggiorno in Inghilterra, qui per gittare nella bilancia la sua parola, la quale per essere troppo audace e troppo estrema, per le fibre triviali della maggioranza dei deputati prende l’aria di eccentricità.
Il signor Gallenga ha pubblicato in Inghilterra parecchie opere sull’Italia, opere marcate di una grande esattezza di colpo d’occhio, riempite d’idee nuove ed originali e di molto sapere. Imperciocchè il signor Gallenga sa molto, e se ne addobba forse troppo. Le sue lettere al Times sono rimarchevolissime per ingegno, cui il signor Gallenga ha moltissimo, per imparzialità, per conoscenza di fatti e per pittura viva, sincera, variata, brillante — sopratutto quando dipinge gli uomini. Egli ha una corda di La Bruyère, una di La Rochefaucauld.