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Il signor Quintino Sella anch’esso è un naturalista e un chimico di prima forza. Ma la sua specialità è la conoscenza delle mine. Il signor Sella fu per qualche tempo segretario generale dell’istruzione pubblica. Poi diede la sua dimissione, dopo la morte del conte di Cavour, declinando qualunque responsabilità in un’amministrazione ove il ministro De Sanctis pareva disposto a non far niente — e tenne la promessa. Anzi, fece malissimo. Il signor Sella parla benissimo, da uomo competente e sicuro di ciò che dice. Io l’ho udito trattare quistioni d’industria, di tariffa, di libertà industriale, di macchine, di finanza con un ingegno rimarchevole ed una lucidità poco comune. Possiede molte lingue; ha viaggiato in Europa per investigazioni scientifiche. È giovane cortesissimo e semplicissimo. Ma ritornerò su di lui parlando del nuovo Gabinetto.
Il suo ex collega, signor Carutti, segretario generale degli affari stranieri, posa un po’ più. Ha l’andamento pretenzioso; la perorazione gonfia; la frase sonora e rotonda, ma vuota, quando non la soppanna da una tirata ad effetti; l’aria grave e pensierosa; il cranio calvo; un insieme fine, che respira la diplomazia in abito da domenica, nelle sue funzioni. Il signor Carutti è un letterato conosciuto. Ha pubblicato parecchie cose. Il suo stile è ornato, la materia studiata con coscienza; ma egli si riscalda troppo sovente a freddo nei libri come nei discorsi. Egli vota, naturalmente, col Gabinetto. Nondimeno egli non l’approva mica sempre, ed in questo caso esce della sala prima