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all’orazione ed alla contemplazione, che eglino in que’ tempi professavano eminentemente.

Da un decreto, che lungamente si conservò, nell’archivio di quel cenobio, si raccoglie che la fabbrica della chiesa e del monasterio s’incominciò nel 1135, e fu presso che compita nel 1136. In esso documento, siccome accenna l’erudit. sig. Arciprete Ronchetti nelle sue Memorie Storiche della Città e Chiesa di Bergamo, tomo III. pag. 64, il prelato fondatore racconta » che, essendo egli indegno monaco ed umile vescovo della Chiesa di Bergamo, coll’autorità e favore di Papa Innocenzo, e col consenso e consiglio de’ venerabili suoi fratelli chierici, del suo avvocato, e de’ nobili e saggi cittadini, avea fabbricato nella detta valle (Vallalta) ne’ fondi del suo vescovato una Chiesa in onore di S. Benedetto, sotto la cura di Ansoino uomo onesto e religioso, assegnato loro in padre e rettore, con ordine che tutti vivessero sotto l’ombra e tutela del vescovo di Bergamo. «

Si descrivono poscia in questa antica carta i campi, i prati, i boschi e gli acquedotti di proprietà vescovile in detta valle, donati a desso monasterio coll’appendice di libbre tredici di cera bianca lavorata, da contribuirsi annualmente in perpetuo al vescovo, alla quale donazione quasi contemporaneamente il prelato aggiunse l’altra della cappella di s. Salvatore in Bergamo con tutte le sue rendite: largizioni queste, che ancora con altre molte, confermate vennero da Papa Innocenzo II. nel 1138, e nel 1185 da Urbano III., unitamente alla giurisdizione sulla chiesa di s. Lorenzo in Trento, e di s. Giorgio in Teze.