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Et parlo cose manifeste et conte.
L’alma, ch’è sol da Dio fatta gentile;
(Che gia d’altrui non po venir tal gratia)
Simile al suo fattor stato ritene:
Pero di perdonar mai non è satia
A chi col core et col sembiante humile
Dopo quantunque offese a merce vene:
Et se contra suo stile ella sostene
D’esser molto pregata; in lui si specchia;
Et sal, perche’l peccar piu si pavente:
Che non ben si ripente
De l’un mal, chi del’altro s’apparecchia.
Poi che Madonna da pietà commossa
Degno mirarmi, & riconobbe & vide
Gir di pari la pena col peccato;
Benigna mi redusse al primo stato.
Ma nulla è al mondo, in c’huom saggio si fide
Ch’anchor poi ripregando i nervi & l’ossa
Mi volse in dura selce: & cosi scossa
Voce rimasi de l’antiche some
Chiamando morte et lei sola per nome.
Spirto doglioso errante mi rimembra
Per spelunche deserte & pellegrine
Piansi molt’anni il mio sfrenato ardire:
Et anchor poi trovai di quel mal fine;
Et ritornai ne le terrene membra,
Credo, per piu dolor ivi sentire.
I segui tanto avanti il mio desire;
Ch’un di cacciando si, com’io solea,