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Mille fiate o dolce mia guerrera,
     Per haver co begliocchi vostri pace,
     V’haggio proferto il cor: m’a voi non piace
     Mirar si basso con la mente altera:
Et se di lui fors’altra donna spera;
     Vive in speranza debile et fallace:
     Mio; perche sdegno cio, ch’a voi dispiace;
     Esser non po giamai cosi, com’era.
Hor s’io lo scaccio, et e non trova in voi
     Nel exilio infelice alcun soccorso,
     Ne sa star sol, ne gire ov’altr’il chiama;
Poria smarrire il suo natural corso:
     Che grave colpa fia d’ambeduo noi;
     Et tanto più di voi quanto piu v’ama.


A qualunque animale alberga in terra;
     Se non se alquanti, c’hanno in odio il sole;
     Tempo da travagliare è, quanto è’l giorno:
     Ma poi che’l ciel accende le sue stelle;
     Qual torna a casa, et qual s’annida in selva,
     Per haver posa almeno infin al’alba.
Et io, da che comincia la bell’alba
     A scuoter l’ombra intorno de la terra
     Svegliando glianimali in ogni selva,
     Non ho mai triegua di sospir col sole.
     Poi, quand’io veggio fiammeggiar le stelle,
     Vo lagrimando et desiando il giorno.
Quando la sera scaccia il chiaro giorno,
     Et le tenebre nostre altrui fann’alba;