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E non ravvisi tu in questo concetto del poeta quel quadruplice mostro, tanto avverso all'umana natura?
P. — Anzi nettamente. Ed esso, per rispetto del tempo presente e futuro, in due parti si divide; le quali in due altre suddivise, secondo la nozione del bene e del male, ancora sì suddistinguono. Di cotal guisa la pace dell’animo, messa sossopra da questi quattro venti, fa naufragio.
A. — Ben parli; ed in noi s’avvera il detto dell’Apostolo: «il corpo che si corrompe aggrava l’anima, ed il terreno abitacolo volge in basso lo spirito che si solleva ad alti pensieri». Perchè le visibili cose, sotto innumerevoli sembianze d'imagini, come sieno, mediante l’organo de’ sensi, penetrato da dentro, s’addensano, ed a torme irrompono nel più segreto dell’anima, e tutta ingombrano e combattono la sua spirituale sostanza, che mal può reggere a tanta guerra. Da ciò quella pestilenza di fantasmi che miseramente straziano i pensieri, e chiudano il sentiero alle contemplazioni de’ sublimi oggetti, che soli ci possono essere di scala al cielo.
P. — E sovente di tal contagio per assai bel modo ragioni in parecchie tue opere, e principalmente nel libro della vera religione; di quella religione, alla quale niuna cosa più di questa è contraria. Ei non ha molto che,
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