Pagina:Petrarca - Il mio segreto, Venezia, 1839.djvu/40

30

Acciocchè poi, come insegna Tullio, la narrazione non sia di frequente interrotta col disse e rispose, e la cosa sembri operata da uomini presenti; le mie parole e quelle dell’egregio interlocutore, non con altra distinzione segnai, che quella dei proprii nomi. La qual maniera di scrivere appresi dal mio Cicerone, ed egli da Platone. Ed a non allargarmi più oltre, ecco di qual guisa Agostino il primo mi favellasse.