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ne sapranno il perchè. Ed alcuno di loro conversava meco così famigliarmente, che la sua altezza non mi cagionasse noja ma sì piacere. Da parecchi per altro de’ miei più cari mi dilungai; tanto in me poteva l’amore di libertà! onde avvenne che fuggissi a tutta mia possa da quanto non ne avesse il nome, o le sembrasse contrario. Sortii ingegno piuttosto giudizioso che acuto, acconcio ad ogni onesta e salutar disciplina; ma inchinevole più che mai alla filosofia morale ed alla poesia. Alla quale appresso volsi le spalle, tutto preso delle lettere sacre, in cui gustai una segreta dolcezza che un tempo avea posto in non cale; e d'allora non coltivai le poetiche discipline che a puro ristoro. Ma ciò a cui mi diedi principalmente si fu lo studio delle antiche cose, perchè la presente età sempre m'increbbe; e se non fosse l'amore dei miei, io vorrei esser nato in qualsiasi altro tempo da questo infuori; ond’è che adoperandomi a dimenticare i viventi, a nulla più intesi che a vivere co' passati. Pertanto mi piacqui negli scrittori di storia, non senza però che il loro discordare non mi gravasse; e nel seguitarne le dubbiezze, a quelli m'attenni che più aveano sembianza di vero, o forniti erano di maggiore autorità. Chiara e potente, secondo alcuni, fu la mia eloquenza, ma, secondo me, fiacca ed