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2 02 dietro a fuggitive speranze di gloria, lasci trascorrere tutta la vita che è brevissima. * p. — Che Tarò adunque? e romperò a mezzo i cominciati lavori? o non sarebbe meglio affrettarli, e, col divino aiuto, dar loro l’ultima mano, affinchè, sciolto da tante brighe, possa attendere a cose maggiori? E di vero, appena mi basterebbe il cuore a lasciar non compiute opere di tanta mole* A. — Vedi di qual piede cammini zoppo! tu ami meglio abbandonare te stesso, che non i tuoi libri. Io però non verrò meno al mio uffizio; e sarà tuo il danno se l’effetto non risponde alle mie parole, che lono certo dettate dall*amore. Ecco adunque che ti rimane a fare; abbandona le storie, che qual fardello ti gravano sulle spalle: 1 romani fatti sono abbastanza famosi, e per se e per gl’ingegni che n’hanno trattato.- Metti giù il pensiero dell’ Àfrica, e lasciala a’suoi possessori; tu non aggiungerai gloria, nè a te nè al tuo Scipione, perchè ned égli può crescere da più di quello che è, nè le tue ali hanno forza da tener dietro a tanto volo. Cosi, posta da banda ogni inutil cura, restituirai te a te stesso. — E per tornare là donde prima abbiamo preso le mosse, comincia a pensare alla morte, alla quale lentamente e senza accorgerti t’avvicini. Allora solo si squameranno i veli e le tenebre, quando, riscontrandoti in alcuno