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  • iàere, non forse la soverchia cupidigia della

'montale celebrità, ti chiuda il sentiero che ’«rette alla patria immortale. ' rP. — Ciò è che principalmente mi cruccia; e con questa piaga ancora tu vorrai usate la pietà che-verso le altre hai mostrato. k A. — Ed ella è veramente la più profonda dì tutte, benché non sia la più vergognosa. Ma dimmi, che è questa gloria dietro cui.tanto sospiri? ’ — Vorresti che io te ne dessi la definizione? e vi Ba persona che lo possa meglio di te? ' *'

  • A. — Davvero che questa gloria, se guardo alle tue azioni, mi pare che tu non la

conosca nemmeno di nome. Perchè se ciò fosse, io; non ti vedrei si ardente a farne procaccio.-Vuoi tu con Cicerone ch’ella sia « una nominanza illustre d’ogni dove diffusa, a cagione de’fatti operati a benefizio dei proprii cittadini e della patria, o verso tutta la umana famiglia »? oppure com’egli in altro luogo la definisce ; « una celebrità che unita alla lode, corre nelle bocche di tutti »? la tutte e due queste definizioni, come vedi, la gloria equivale alla fama. Or sai tu che cosa eia questa fama? P. — Non mi ' torna adesso il saperlo ; e d’altra parte non nri arrischio a parlare di ciò che m’è sconosciuto; perciò, quando si corre pericolo d’errare, “miglior partito-è* tacere.