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ir5 ami dovermeli ognora presenti. Eri essi m’aiutino a sopportare,, non tanto i presenti disagi che mi derivano dalla natura o dal caso, quanto ancoragli altri che potrebbero sopravvenirmi; sotto i quali mi sarebbe forza soccombere, ove la vivacità della ragione, o celebri esempi non mi sorreggessero. E mettiamo che tu mi dessi rimprovero di soverchia timidità perchè lo scrosciare del fulmine m’atterrisca:» 10 , siccome non potrei dinegartelo ; -—nè* questa mi è ultima cagione ad amare il lauro, 11 quale non è tocco dal fulmine; — ti risponderei che anche Cesare Augusto era travagliato da ugual malattia.. Quando poi mi chiamassi, cieco, e di fatto io lo fossi,, direi che cieco era Appio, ed Omero principe de’poeti ; se uomo d’un occhio solo, mi farei schermo di Apnibale capitano de' Cartaginesi e di Filippo re de’ Macedoni ; se infine sordastro od intol-, lerante del caldo, t'opporrei al primo Marco Crasso, al secondo Alessandro il macedone Ma troppo lunghe parole ci vorrebbero a dire d’ogni cosa in particolare; a te sarà agevole intendere il resto. A. — Ingenuo parli ; nè mi spiacerebbe questa abbondanza d’esempi,' se lungi dal persuaderti l’inerzia, giovassero a riscuotere da te ogni languore e timidezza.—A conchiudere; fa di non paventar la vecchiezza, ed avrai le mie lodi. Solamente io vorrei che tu della presente età non prendessi noia , e ì^