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i65 Ned io credo che t’abbisogni alcuna prova per dimostrartelo. • « P. — Non io tei diniego; ma pon mente che tanto ei» disse, non già di chi volse le spalle ad*amore, ma si di chi solamente il vorrebbe. . . A. — Anzi di lui parlò, che se ne vive in maggior pericolo; s’egli è, vero che l'offendere una ferita prima che rimargini, e il non aversi riguardo frattanto che dura la malattia, è cagione di gravissimo danno; nè, perchè innanzi grande era la paura, è lecito dappoi il posare in tutta sicurezza» A convincerti della qual cosa, non m* andrò troppo lontano a cercare esempi ; ma sì li trarrò da te stesso, affinchè l'animo più profohda- . mente ne resti commosso. Quante volte in questa città medesima, cui se noa cagione, certo devi riguardare qual officina delle tue .sciagure, allorché ti pareva d’essere risanato; Jb in gran parte lo- eri, se ti fossi dato « alla fuga; quante volte movendo per le note ^contrade, ed al solo alfigprare dei luoghi, risòvvenendoti delle passate follie,, non ri* , manesti attonito, e fermando il piè, sospira». j sitimentre le lagrime quasi involontarie ti a scorrano dal ciglio t E all’inasprirsi del- il’antica piaga, mutando t rapidi i passi, sclainavi :Nconosqo io bene covarci ancora qui .entro non,/so che agguati del mio nemico*j ,le reliquie d^lla mprte. in ques-ti luoghi tappo