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2 Xûemorîa de*sofferti danni. Da che quella este ti si apprese allo spiritò, incessante il suono degli sconsolati gemiti che ti uscivano del petto, e le lagrime ed i sospiri - rendevano insonni le tue notti, cui tutte lunghe * spendevi nel ripetere il nome dell’ amata*. * E intanto, divenuto disprez^atoje d’ogni cosa, la vita ti tornava odiosa , e la morte desiderabile; e solo ti piacque la solitudine ;] divisa da tutte genti; a tal, che, non men& > che a Bellerofonte si potrebbe appropriare ; a te quel detto d’Omero: . . ... n » òoJo e piangente pe fioriti campi » L'infelice s’aggira, e ratto fugge • - » Dove vestigio uman l’arena stampir ^ » iTanta gli strugge il cor vorace cura! »* » • Da ciò la pallidezza, il dimagrire, e il fiore di gioventù innanzi tempo appassito,; ensosi gli sguardi e gli occhi eternamente agnati di pianto, la mente trasognata e interrotto il notturno riposo, il flebile, guaiolare nel sonno, la voce debole e rauca,,le parole mozze e interrotte« E v’ ha cosa più inquieta ed infelice di - questa ? O sonò questi indizudi mente sana?, Anzi ne hai a conchiudere che costei fu .principio^ a’tristi tuoi giorni, e fine agli allegri. Convella apparisce, ed ecco risplenderti il sole; ma