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?nte ^proposto, si sefbò sempre la stessa^ ondVè che tanto più io m’ammiri di questa rara costanza di donna, Delia quale «e mi dolsi ad altra stagione, ora non posso no© rallegrarmi e ringraziarla abbastanza, . A.— Non si vuole di leggeri prestar fede* a chi una volta falli alle promesse ; e ti sarà più agevole persuadermi d’aver cangiato usi>r, costumi e vita, anziché animo, .Non è spenta* bensì più mite e tempesta la fiamma. Tur j)oi non t’accorgi sublimando cosi questa tuo amorfe, nell’assolver lei condanni te^tes^ so. Perciò quanto ella ai mostrò santissima,, tanto tu matto e malvagio; quanto ella fe* lìcissima, ed altrettanto tu sventurato. E questo appunto, se *ti ricordi, io m’accinsi a provarti sin dalle prime. ‘ . P. — Ben lo ricordo: e ce non posso ner vgarti da un lato che la cosa stia di tal guisa^ m’accorgo dalFaltro a qual punto poco a poco tu m’abbia condotto. j[t —Senonchè, a perfettamente conviu-. certi, non perder sillaba di quanto eono per dirti. L’amore delle cose temporali, è quanto può avervi di peggio per ingenerare neW J* uomo il disprezzo e la dimenticanza di Dio; il che è a dim3 principalmente di questo , che con nome proprio chiamano amore, e* dò :che è il sommo dei sacrilega,, anche Dio; perchè la umana demenza cerca sempre nel cielo una scusa che giustifichi i suoi .