Pagina:Petrarca - Il mio segreto, Venezia, 1839.djvu/159

ghiere, nè le lusingatrici parole valsero punta a piegare la sua onestà; e benché avesse a combattere la sua e la mia giovinezza, e contro molti e diversi ostacoli che avrebbero vinto qualsivoglia spirito, anche* di adamante, ella se ne stette inespugnabile e salda. E certamente codesta femminile fortezza, dimostrandomi ciò che meglio ad un virile animo si Conveniva, si adoperò di tal guisa, che, a guardare le leggi della pudicizia y siccome Seneca si esprime, non mi mancasse nè esempio ne riprensione; e quando vide che, spezzato ogni freno, io mi abbadonava alla china, volle piuttosto lasciarmi, che venirsene compagna alla’mia caduta. A. — Adunque vi fa tempo in cui onesti non furono i tuoi desiderii; il che negasti più sopra. Ma è questo 1 un vezzo degli a- manti, o, a dir meglio,.dei pazzi, ai quali ben si affa quel verso r % 4 n • 9 « Disvoglio e voglio, e sì voglio e disvoglio». Piè voi stessi sapete ciò che vi cerchiate o no. jM P, —- Sprovvedutamente caddi nel laccio. Ma è da incolparne Pamore e Petà, se mai per ventura altro desiderai che non fosse, onesto. Ora poi che lo spirito vacillante si raffermò, intendo ciò che torni bene a volere «vdesiderare. Ella però,- immota nel suo