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148. P. — Il vederla e l’amarla fu per me un punto solo. A* — A questa io t'aspettava. Tu al pri- 0 riguardarla ne avesti abbarbagliati gli occhi, e l'animo istupidito. Perciò i poeti che sono interpreti della natura, affermano che lo stupore è principio dell’amore; ji » Inatupidi Didone al veder primo » poco appresso Virgilio soggiunge: « EcÌ, in fiamme d’amor tutta divampa w. - ^ • * * ,, * % r Ne per essere finta quella narrazione è »eiiq Ter a; perché quel sommo nell ordirla, ebbe , rispetto al modo, onde siffatte cose sogliono naturalmente accadere. Or tu perchè , se appena che ti venne veduta ne fosti preso, non piegasti alla sinistra? certo la vìa ti parve più larga ed agiata, che non l’altra, la quale per essere stretta e malagevole, troppo ti faticava. Ma codesta famosa donna che vanti qual tua infallibile scorta al cielo; a che, mentre dubitoso e trepidante ®,n e£é),avi ì non t avvìo al meglio, e come Ri Post nm o LÌ .• ' si costuma coi ciechi, presoti per mano, sorreggendo 1 tuoi passi, non t’indirizzò e meta sicura ? ir a r P. Certo ^da lei non si rimase cbe noi iaccsse> Pwà, uè le ardea{i pe.