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i36 e dall'età, hb preceduto i suoi passi nel' cammino del sepolcro* A. — Che stoltezza é la tua, d’argomentare il quando del morire dal tempo del nascere? Moki sono gli orbi genitori, che in vecchiezza lamentano la immatura fine dei giovani figli! Nè d*altro piangono le nutrici cui innanzi tempo sono tolti i par** goletti ' . « Cui di morte la cruda ora rapiva » Dalla mammella; ed abi troppo immaturi, » Del dolce lume della vita orbava, 41 Ma se i pochi anni onde Y avanzi, porgono a te carissima speranza di morire ia- tianzi a lei che destò in te un affetto co si dissennato, è a conchiudere, che tu supponi rimanersene immoto l’ordine della natura. JP. — Non però cosi che non mi conosca poter avvenire il contrario. Ma del continuo prego pe^hè ciò non sia; ed ogni qualvolta penso alla sua morte, mi richiamo a quei Ycrso d'Ovidio ; * » Deh che gli stanchi miei lumi rinchiuda, » Prima che sorga a lei l'ultima sera, — Non mi basta la pazienza ad ascoltare più a lungo codeste tue ciance. Perchè se non ignori ch'ella può morire prima dì te, che diresti poi se tanto 1« accadesse?