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ha ssa e mendace delle opinioni. Dappoiché, quand’anche l’anima fosse mortale, pur saria il meglio crederla immortale; e un siffatto errore non produrrebbe che il buon effetto di consigliar l’amore della virtù; la quale, anche esclusa la speranza del premio, è da amare di per se stessa. Che se invece diciamo l'anima mortale , certa cosa è che il desiderio della virtù languisce negli umani petti. Ora io ne conchiudo, che, se la falsa promessa d’una vita avvenire, è un mezzo non inefficace di eccitare gli uomini al bene; Terrore in cui tu vivi, non potrà che precipitarti in ogni più miseranda follia, quando tu, ed abbia rimosso da te colla vergogna il timore, e chiuda gli occhi a non veder la faccia del vero. P. — Già t’ho detto che sprechi le parole ; perchè ben lungi che in cose turpi, in quelle che bellissime sono posi il mio affetto. A. — Perù anche le cose belle si possono amar turpemente. P. — Cessa ; che io nel mio discorso non usai nè avverbii nè nomi fuor di proposito. A. — Vuoi adunque, a guisa di qualche frenetico, spirare tra gli scherzi ed il riso? ed intanto disdegni di curar l’animo cotanto malato. P>— Io non ricuso il rimedio, purché tu mi dichiari la mia malattia* Ma ti ricorda