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i^8 finché non vegga che tu, collo spezzarle e gettarle lungi da te, ne rimanga libero e sciolto. Locchè sebben difficile, non torna per altro impossibile; ned io sarei di si poco senno, che m’adoperassi attorno a cosa dì disperato riuscimento. Ma grande violenza ti converrà usare a vincere la saldezza del tuo cuore ; a quel modo che dicono solo allora spezzarsi il diamante che s’imbeva di caprigno sangue. Siccome però in questo io abbisogno più che d’altro dell’opera tua, cui non so ss tu possa , o, a parlar più vero, voglia prestarmi ; cosi, me ne sto ancora dubbioso dell'esito: tanto t’abbarbaglia gli occhi l’insidioso splendore che balena dalle tue stesse catene. E tu non giungerai a svincolar- tene, ove non le getti lontano da te; quando pure, siccome ne ho sospetto, non amassi di assomigliarti a quell’avaro, che inceppato di aurei legami, non sapesse indursi a lasciarli, anche a prezzo della sua libertà. P% — Ahimè che più misero io sono di quanto credeva! E v’hanno altre catene, che, senza mia saputa, tuttora m’allaccino? A.— E chi meglio di te deve saperlo? ma preso dalla loro bellezza, non siccome catene, ma quale ricco adornamento le riguardasti. E, per non uscire da questa similitudine, tu adoperi a guisa del prigione, che si compiace a mirare le sue manette, senza badare ai nodi che lo costringono. Allu-