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Nulla è più da desiderare.se non che esso viva soggetto all’impero della ragione. Ma tornando al corpo, quali gravezze ti cagiona? . P. — Quelle soltanto che ho comuni cogli altri. Quindi è che mi tormenti co’suoi dolori, m’aggravi col peso, astringa al sonno lo spirito vigilante, e ad altre necessità no’induca, Vannoverare le quali, troppo sarebbe lungo e noioso. A. — Non ti darai tanto affanno di questo, ove ti sovvenga d'esser nato uomo. Or pognamo che ti cessi anche questa sciagura, dimmi se ti restino altre cagioni d'amarezza. ; . „ . ^ P. — E non ti giunse alPorccchio la spietata crudeltà della fortuna, a me vera matrigna? la quale in un solo giorno, con uno de’suoi ingiusti rovesci, in un giorno solo atterrò nel fango me con ogni mia speranza e ricchezza, ed insieme la mia famiglia e la casa* , • . , A. —ilo veggo il pianto negli occhi tuoi\ perciò mi taccio. Ned , impresi ora ad ammaestrarti ma si ad ammonirti 5* e tanto mi basti. Perchè, se tu richiami alla mente gli sterminii, non che di private famìglie, ma di famosi regni avvenuti in tutti i secoli j e ti gioverà non poco a tale effetto leggere le antiche tragedie} avrai assai meno a dolerti