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» L’aurea mediocrità chi lieto abbraccia,
» INon del povero tetto si contrista j
» Ma contento e sereno, il cruccio amaro
» Dell’ invido, nom mira a sè dinanzi
e bella mi sembrò la ragione che ne soggiunge:
Più spesso il vento degli eccelsi pini
» Crolla le cime; le sublimi torri
» Precipitando con maggior ruins
» Cadono al suolo, e il fulmine de’ monti
» L’aerea vetta a sfolgorar discende.
Ned io mi dolsi mai del modesto mio stato.
A. — E che mi risponderesti 7 ove ti rendessi persuaso, che quanto tu stimi esser mediocre sovrasta alla tua condizione? Che, se ti mostrassi siccome tu da gran tempo godi, e in buon dato ne godi, di codesta tua mediocrità? che, se ti dicessi qualmente te Ja lasciassi di buon tratto dopo le spalle? onde, più che di spregio, porgi argomento a molti d’invidia.
P. — Se anche ciò fosse di fatto, a me ne arrebbe sempre il contrario.
A. — E questa tua matta opinione è sorgente di tutti i tuoi mali, e di questo principalmente che ora t’affligge. À cansare pertanto da tal Cariddi vuoisi usar forza di remi c di vele.
P. — Ma dove fuggirmi? a qual porto di-