Pagina:Petrarca - Il mio segreto, Venezia, 1839.djvu/117


107

d'anche cessi il pericolo di morte, egli perde la libertà , che è all'uomo forte la più fiera delle ambasce.

A.— Comechè non mi suonino al tutto chiare le tue parole, pure lo sono abbastanza per rilevarne, che ti si è fitta in mente una malvagia opinione; la quale, siccome origine di tutti i mali, condusse e condurrà in perdizione infinita gente — Che sì che tristi sembrano a te le tue condizioni?

P. — Anzi pessime.

A. — Epperchè?

P. — Non uno, ma innumerevoli ne sono i perchè.

A. — Avviene a te siccome a coloro, che ad ogni mimmo motto d’oltraggio, si richiamano al pensiero le antiche offese.

P. — Non v’è in me piaga, quanto si voglia antica, che per tempo mi sia risanata. Tutte ancora grondano sangue, e mi danno spasimo; e se ve n’ha alcuna da potersi guarire, la fortuna così si piace a tormentarmi che, non le lasci tempo a rimarginare. A ciò s’aggiunge l'odio e il disprezzo delle umane cose, tanto e sì grande, che la vita non può passarmi se non mestissima. In quanto poi al nome onde vuolsi chiamare questa accidia o malinconia che mi affligge, non me ne curo gran fatto, quanto ella pur troppo sussiste.

A. — Giacchè, da quanto scorgo, il ma-