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A. — Saviamente ragioni; ma con ciò non mi apparisce chiara la tua innocenza. Ed avvegnachè tu mi sia venuta dicendo il perchè abborrissi gli onori, non per questo ne viene che non agognassi a possederli; a quel modo che non è a chiamarsi dispregiatore di Roma chi, atterrito dal faticoso cammino, al dare de’ primi passi ritorna indietro. Inoltre io so che tu non giungesti nemmeno a far tanto, come vorresti darlo ad intendere a te stesso e t’adoperi a persuadermelo; perchè non basta l’ombra del dito, come dicono a velare la fronte. Forse che i tuoi pensieri e le azioni non mi sono ugualmente palesi? Or bene; nè il tuo fuggire dalle città, nè il rintanarti nelle selve, ridondano in tua lode, sì invece danno al tuo operare sembianza di colpa. Per molti sentieri si tocca al termine desiderato; e tu, col muovere lungo una via abbandonata dai più, t'appressi, quantunque per iscorciatoie, a quella ambizione che vanti di disprezzare. Alla quale t'invitano l'ozio, la solitudine, la non curanza delle umane cose e gii stessi tuoi studii, che non vagheggiano se non la gloria.

P. — Tu mi poni alle strette; però il liberarmene non mi sarebbe gran fatto difficile. Ma perchè il tempo rapido vola, e molte altre cose ne aspettano, procedi innanzi se ti piace.

A. — Sia così! e non ti parlo de' piaceri