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scienza. La sua vista estesa ed acuta in un colla sua straordinaria forza d’astrarre gli fece trovare la maggior parte delle leggi generali dell’economia sociale»1. E per fermo, primo Beccaria scopri il germe della divisione del lavoro, e sottopose ad analisi le vere funzioni del capitale produttivo, ond’ebbe encomi dal distinto economista Say; inoltre, la sua dottrina sulla popolazione non differisce nella sostanza da quella che fece più tardi celebrato il nome di Malthus; infine ragionando dell’agricoltura, o delle industrie o de’ commerci ad ogni istante egli coglie nel segno. Così se Cesare nostro non è sommo nell’Economia come già nel Diritto, molta lode pure gli debbono quanti amano la scienza. Per lui spuntano infatti i primi crepuscoli di un’aurora che fece immortale il nome di A. Smith.
Ad un altro intento volse il nostro scrittore la mente già matura per gli anni e per la esperienza. «Scorgendo come lo stile fosse abbandonato (sono sue parole) quasi intieramente alla fortuita impulsione del sentimento ed alla sconnessa ed irreflessiva pratica di un lungo esercizio»2, convinto come la morale, la politica, le belle arti sieno scienze derivate da una sola, la scienza dell’uomo, gli piacque di trattare la psicologia dello stile in un libretto che intitolò modestamente: Ricerche intorno alla natura