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ed i concittadini ne sappiano loro grado! Ma più acconci provvedimenti si domandano, e so le mio parole non dovessero riuscire vuote d’effetto, io scongiurerei i Bresciani tutti nel nome della scienza, dell’umanità e del grande italiano che oggi onoriamo a non interporre tempo, a non omettere studio od opera, affinchè lo cose volgano in meglio!


Considerato in sè e negli effetti suoi l’opera precipua di C. Beccaria, uopo è che tocchiamo alla sfuggita de’ suoi scritti minori. Fra le scienze che più direttamente riguardano il governo della cosa pubblica importantissima è l’Economia politica alla quale un popolo con lieto animo affida le sue sorti; avvegnachè additando essa le fonti della ricchezza e il miglior modo di distribuirla fra i cittadini, guidi saviamente per la via della libertà e della giustizia ad ottenere lo scopo di ogni consorzio civile, la universale prosperità. Ed è memoranda cosa che l’età antica e la media tenesse in non cale uno studio di tanto rilievo, e le riforme moderne, invitando ad un’osservazione paziente ed accurata, dessero nascimento a questa scienza dell’avvenire. Già molto aveano scritto in Italia e fuori, già le delusioni prodotte dai vani tentativi di Law aveano fatto invito a più profonde meditazioni, e prevaleva la scuola de’ Fisiocratici, che aveva a capo Quesnay e Turgot, quando il nostro autore, convinto dell’opportunità di questi studi, appena ventenne, scrisse un assennatissimo opuscolo sul disordine delle