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ticare la religione cattolica e che i figli che sarebbero nati dalla loro unione avrebbero tutti avuto il battesimo e sarebbero stati educati religiosamente.

Ubaldo promise tutto quello che Maria voleva, e Maria lo amò appena sposatolo perchè ella era di quella pasta di donne che non sanno voler bene che al marito. Per due anni quell’unione fu felice, ma poi, morto il padre del Caruso e trovatosi Ubaldo possessore di alcune decine di mila lire, lasciò il posto modesto occupato fino a quel giorno nella redazione del giornale Il Tempo, e volle andare a Milano con la speranza di trovar lavoro più lucrativo in quel campo più vasto del giornalismo italiano.

Quella risoluzione del marito cagionò a Maria un vivo dolore. Ella non era mai uscita da Venezia, non aveva mai lasciato passare un giorno senza andare a casa dei suoi, e ora doveva abbandonare la città, che era il suo mondo, la famiglia che adorava. Nonostante, non importunò Ubaldo con i suoi rammarichi e le sue lagrime. Ella ubbidì senza lamentarsi, poichè l’ubbidienza era la sua virtù, e poichè credeva che la moglie non dovesse avere altra volontà che quella del marito.