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La gioia del vecchio non ebbe limiti, come non ebbe limiti il suo affetto per Ubaldo. Lo trattava come un figlio, come il suo figlio prediletto, e non faceva altro che parlare di lui, mentre il giovane approfittava della ospitalità accordatagli in casa Rossetti, per dimostrare il suo amore a Maria, la quale accoglieva quegli omaggi senza entusiasmo.

Non era amore, amore nel senso alto e nobile della parola, quello che ella ispirava ad Ubaldo; era un capriccio, una passione sensuale che, appunto per la impossibilità di esser soddisfatta, si faceva irritante e prendeva del vero amore tutte le apparenze. In quella famiglia onesta, dove le ragazze erano sempre circondate dai genitori e dai fratelli, era impossibile pensare a una seduzione, e Maria, modesta e onestissima, non avrebbe commesso mai un fallo, anche se fosse stata dominata dall’amore, e amore non ne provava per Ubaldo, come non ne aveva mai provato per nessuno. Era stata assuefatta a pensare che una ragazza non deve amare altri che l’uomo che i genitori le presentano come sposo; aveva veduto le sorelle inoltrarsi negli anni, senza mai far parlare di sè, senza mai soggiacere a una passione, serbando