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una espressione d’ineffabile tenerezza, che rivelava tutto l’amore che ella aveva per lui nell’animo.

Il principe prima di andare a letto scrisse con una certa esitazione un biglietto al Caruso, pregandolo di recarsi da lui la mattina seguente. Lo scaltro uomo, parlando col principe, gli aveva detto incidentalmente che stava di casa in via delle Convertite, e don Pio rammentava benissimo quell’indirizzo e il numero dell’abitazione. Egli mise quella lettera sopra una tavola nella galleria, al posto dove soleva mettere le lettere, che dovevano essere recapitate presto.

Spogliato che fu, egli si coricò nel letto ampio, sormontato dalla corona ducale, da cui scendevano fino in terra le cortine di damasco azzurro, con lo stemma degli Urbani intessuto di oro, e non tardò a cedere al sonno.

III.

Don Pio destandosi a giorno chiaro vide la testa di Giorgio affacciata alla portiera dell’uscio e credè che egli venisse ad annunziargli Caruso.

— Pregalo di attendermi un minuto, —