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Fabio, il quale per non lasciarsi trascinare da un impeto di collera, prese a bracetto il Sorani, dicendogli:

— Vieni al telegrafo; ti detterò io quel che devi telegrafare alla Gazzetta, — e salutando appena gli altri, uscì.

— Mio caro Peronelli, — disse Caruso, appena rimase solo col redattore del Fieramosca, — a te voglio fare una confidenza. Tu sei di opinioni liberali ed è bene tu sappia la verità; il principe della Marsiliana non ha basi solide nel Trastevere, l’entusiasmo di stasera si deve a quella idea buttata là della stazione, idea che non credo sia sua e che egli certo non saprebbe svolgere e molto meno attuare. Appena svanito questo bollore, i Trasteverini rammenteranno bene che don Pio non ha fatto nulla, nulla nè prima nè dopo il settanta, che è legato a una moglie di sentimenti e tendenze ultra-clericali, che è educato da una madre nera come la cappa del camino, e che per il popolo non ha davvero simpatie; non è molto che ne ha dato prova quando travolse sotto alla sua carrozza quella vecchia e poi lesinava le poche lire per venirle in aiuto; fu il Fieramosca allora che narrò il fatto.

— È vero, — disse il Peronelli riflettendo. —