Pagina:Perodi - Il Principe della Marsiliana, Milano, Treves, 1891.djvu/30


— 22 —

cie di fiuto che lo poneva sulla traccia delle persone da sfruttare, e che ora gli faceva indovinare nel Caruso l’uomo opportuno, l’uomo che avrebbe potuto cavarlo d’impaccio.

Si discuteva a Roma da molto tempo il nuovo piano regolatore della città, e durante queste discussioni la capitale si trasformava a vista d’occhio, ponendo, come tanti ostacoli al nuovo piano, i lavori che già erano compiuti.

La questione di trasportare altrove la stazione ferroviaria era all’ordine del giorno. Nelle adunanze della Società degli architetti si era messa avanti l’idea di trasportarla ai Prati di Castello, fuori della porta San Giovanni, lasciando quella vecchia riserbata soltanto per la piccola velocità.

Già si erano fatti studî e disegni, si erano pubblicati opuscoli per sostenere l’una o l’altra idea, ma il pensiero di fare la stazione nel Trastevere non era balenato a nessuno, e quel pensiero, di cui il principe riconosceva l’opportunità, per assicurare la sua elezione, ora lo tormentava non sapendo egli come esprimerlo, e, mentre con la punta del coltello egli cercava di scalcare una quaglia, pensava, pensava che avrebbe dovuto fra poco